giovedì 17 novembre 2011

Impianto idrico di bordo e la sua manutenzione


L’impianto idraulico di una barca può funzionare in due sistemi diversi, e possono esistere entrambi a bordo. Il primo funziona con l’autoclave la quale, manda l’acqua a pressione costante in tutto l’impianto; mentre il secondo, dotato di pompe speciali azionate col piede disposte una per ogni rubinetto, la quale, facendo pressione sul pedale manda l’acqua in pressione solamente al rubinetto a essa collegata.
Questi due sistemi possono benissimo coesistere a bordo delle nostre barche, anzi, potendoli avere entrambi, sarebbe l’ideale, poiché economizzeremo meglio il consumo dell’acqua dei nostri serbatoi, perché esce una modica quantità solamente quando facciamo pressione col piede sulla pompa, evitando così qualsiasi spreco.
L’impianto idraulico è costituito da una serie di accessori che andremo a esaminare uno per uno e sono:
Serbatoio Autoclave Polmone Centralina Filtri di depurazioneBoiler Pompe a pedaleTubatura Rubinetteria
Per descrivere l’impianto idraulico, dobbiamo partire dall’inizio, cioè dal serbatoio.
Ne esistono costruiti di vari tipi di materiali quali, acciaio inox, alluminio, neoprene-pvc, polietilene e infine in vetroresina.
Normalmente i serbatoi dell’acqua sulle barche a vela, sono collocati al centro, suddivisi tra sx e dx e nel punto più basso per la miglior distribuzione dei pesi.
Cominciamo con l’esame di quelli realizzati in vetroresina che ormai non vengono più costruiti, salvo, nelle barche da regata per motivi di peso, sono invece ancora presenti nelle barche di una certa età.
Questi sono realizzati strutturalmente nello scafo e hanno il pregio di poter riempire completamente lo spazio a essi dedicato. L’interno è trattato con speciali vernici per alimenti a evitare l’inquinamento dell’acqua.
Acciaio inox : E’ un materiale igienicamente ideale a contenere alimenti, sono i più sicuri e durano molto a lungo prima di dare problemi di perdite. Oggigiorno poco usati anche questi, ma costruiti per barche in cui si ha bisogno di realizzare una forma particolare adatta allo scafo.
Alluminio: realizzati esclusivamente nelle barche costruite con questo materiale, e sono ricavati nello spazio della deriva, oppure nelle fiancate, sotto i divani della dinette.
Neoprene o Pvc: sono quelli morbidi a forma cilindrica o triangolare che si prestano molto bene per quei gavoni nei quali non si potrebbe infilare nessun altro serbatoio, oppure nel triangolo di prua, non molto indicato per i pesi.
Hanno una capacità che varia da 50 litri fino a 175 e oltre. Bisogna tener presene che laddove si voglia montare questi serbatoi, per evitare di forarli, è necessaria un’accurata pulizia dei gavoni.
Polietilene : Sono i serbatoi più diffusi in assoluto. Ormai i cantieri montano quasi tutti questi in polietilene rigido per diversi motivi: economici, duraturi e praticità di montaggio per il peso contenuto.
I serbatoi in materiale morbido vanno fissati allo scafo con delle apposite cinghie per rimanere il più possibile in posizione; tutti gli altri, vanno fissati in modo solidale allo scafo per evitare che si spostino e possano creare problemi, sia per la stabilità della barca, che danni allo scafo e agli stessi serbatoi, essendo di materiale rigido.
Tutti i serbatoi nella parte alta sono dotati di un tubo di grosso diametro per il riempimento, col bocchettone montato di solito in coperta, e uno più piccolo, indispensabile per lo sfiato dell’aria che ha la funzione anche del troppo pieno, con lo scarico messo nella parte più alta della fiancata, vicino al trincarino. Devono essere inoltre dotati di un’apertura d’ispezione nella parte superiore, adatta a eseguire la pulizia interna quando questa si renda necessaria. Mentre nella parte bassa è posizionato l’innesto del tubo di aspirazione dell’autoclave ed eventualmente un bypass per alimentare il circuito delle pompe a pedale.
Autoclave: è la pompa che ha il compito di dare pressione a tutto l’impianto idrico della nostra barca, e va montato subito dopo il serbatoio. E’ dotato di due innesti, uno di entrata dal quale aspira l’acqua dal serbatoio, e uno di uscita per alimentare l’impianto.
Esistono in commercio due tipi di autoclave: a membrana e a girante. Con una semplice girante sono poco utilizzati, mentre quello a membrana è suddiviso a sua volta in due generi diversi: il primo, composto da due pezzi: il motore e il corpo membrana, collegata a una biella, azionata dal motore attraverso una cinghia; invece l’altro, sempre a membrana ma in un corpo unico.
Gli autoclavi a membrana sono quelli più utilizzati in assoluto perché maggiormente affidabili e una maggiore potenza.
Sono tutti dotati di un pressostato che ha la funzione di chiudere il circuito elettrico alla diminuzione di pressione nell’impianto, cioè quando si apre un rubinetto, e di riaprire quando raggiunge la pressione di esercizio, cioè alla chiusura del rubinetto.
Polmone: è un serbatoio rigido di plastica o d’acciaio, contenente all’interno una camera pneumatica alla quale insufflare una certa pressione d’aria. Va montato tra l’autoclave e la centralina di distribuzione utenze. Non è indispensabile, ma per un miglior funzionamento dell’impianto idrico, è consigliabile montarlo. Serve a evitare che s’innesti la pompa al minimo variare della pressione dell’impianto. Se noi apriamo per qualche secondo il rubinetto, il polmone manda la giusta pressione all’impianto e la pompa rimane a riposo, entrando invece in funzione se il rubinetto rimane più a lungo aperto. Un altro lavoro svolto dal polmone è di dare una pressione costante all’impianto, evitando che la pompa lavori eccessivamente e male, cioè a pressione irregolare.
Centralina: è un apparato dell’impianto idrico che raggruppa tutte le diramazioni, ognuna con la propria valvola di chiusura, in modo tale da poter isolare, in caso di necessità, l’utenza desiderata. La centralina riceve l’acqua dall’autoclave, da cui parte poi per ogni singola utenza.
Sono simili a quelle che vengono montate nelle abitazioni, con la differenza delle valvole, in questo caso, più adatte per ambienti marini.
Filtri di depurazione: Anche questi non sono indispensabili per il buon funzionamento dell’impianto idrico della barca, ma se abbiamo la possibilità di montarli, potremo fare uso dell’acqua dei serbatoi di bordo, per tutti gli usi alimentari di cui abbiamo bisogno sulla nostra barca.
Vediamo ora nel dettaglio di cosa si tratta:
E’ una serie di filtri, da uno a tre, da montare dopo i serbatoi, all’entrata dell’autoclave, prima della distribuzione dell’acqua alle utenze. Ogni filtro ha una specifica funzione e servono a eliminare il cloro, piombo, sedimenti e contaminazioni organiche dannosi, a ripulire l’acqua dalla torbidità, rimuove i cattivi odori e i solidi in sospensione. Sono a cartucce di Sali, a Carboni Attivi e altre sostanze Filtranti e Depuranti.
Boiler: E’ indispensabile per avere acqua calda a bordo. E’ sempre realizzato in metallo, acciaio zincato, oppure in acciaio inox. In ogni caso, sempre rivestiti di materiale coibentante per trattenere il calore, e una cassa esterna di contenimento. La loro forma è solitamente cilindrica o rettangolare. Sono dotati tutti di un termostato per la regolazione della temperatura, una valvola di non ritorno che impedisce all’acqua calda di rientrare nell’impianto di quella fredda, e un sistema di sfiato per la sovrappressione.
Si possono montare due tipi di boiler: il primo è un normalissimo scald’acqua da appartamento alimentato a 220 Volt; il secondo è invece un boiler da barca. Nel primo caso, siamo limitati ad avere l’acqua calda, esclusivamente quando siamo attaccati alla rete elettrica in banchina; mentre il secondo, è costituito da due sistemi alternativi indipendenti per il riscaldamento dell’acqua. All’interno di questo tipo di boiler, vi è una resistenza elettrica alimentata a 220 Volt come nel primo caso, oltre a questo è presente una serpentina di tubo in acciaio inox, alla quale è collegato il circuito di raffreddamento del motore, e dalla quale arriva poi allo scambiatore di calore per essere raffreddata.
In questo modo , ogni qualvolta accendiamo il motore, automaticamente viene riscaldata l’acqua del boiler. Questo sistema è l’ideale perché possiamo ottenere acqua calda a costo zero e in qualunque parte ci troviamo, senza dipendere dall’energia elettrica, oltre che avere un miglior rendimento nel circuito di raffreddamento del motore.
Esiste anche un altro tipo di boiler alimentato a gas, molto diffuso all’estero, ma non in Italia, poiché non è concesso dalla normativa, perciò non approfondiamo.
Pompa a pedale: è una pompa azionata da una leva; viene montata all’interno di uno stipetto, sotto il rubinetto da alimentare, da cui fuoriesce il pedale da pigiare col piede nel momento in cui si ha bisogno di acqua. In commercio ve ne sono di tanti modelli e di diversa portata. Sono in materiale plastico e hanno una durata veramente lunga; come ogni cosa, anche questa va controllata periodicamente per averla sempre efficiente.
Tubature: Fino a un po’ di anni fa, gli impianti delle barche erano realizzati con tubi di gomma flessibile, tipo da giardino. Non si prestava così tanta attenzione; oggi con avvento della tecnologia, si è fatto un grande passo avanti anche nella tecnica degli impianti idraulici.
Qualche anno fa , sono nati i tubi rigidi ma flessibili, con i raccordi a innesto rapido chiamati “John Guest”, con il quale si realizzano impianti in modo professionale, molto più velocemente, con una perfetta tenuta della pressione, supportata da un oring con un sistema particolare brevettato.
I tubi e i raccordi John Guest sono in materiale speciale, si innestano con i raccordi semplicemente spingendo il tubo all’interno dei raccordi senza che vi sia necessità di fare altro. Quando l’impianto va in pressione, l’acqua tenta di spingere il tubo verso l’esterno che s’incastra ancora meglio nel raccordo.
Con questi materiali si possono realizzare impianti di acqua calda, fredda e di riscaldamento, compreso quelli pressurizzati. Possono sopportare temperature molto alte senza modificarne la tenuta. Questi tubi sono commercializzati in rottoli, a metraggio; di colore azzurro per l’acqua fredda, mentre il rosso per quella calda.
Rubinetteria: per le barche esiste una vasta scelta di rubinetteria che va da quella dei bagni degli appartamenti, alla specifica per imbarcazioni, sia in materiale plastico, che in bronzo cromate. Sono tutte adatte a essere installate sulle barche, bisogna scegliere quella più adatta alle esigenze personali, senza pregiudicarne l’estetica.
 
Di seguito lo schema di come realizzare un impianto idrico di una barca.
 
 

Come Sostituire La Membrana All'Idrosfera Dell'Autoclave

L a membrana che si trova all'interno dell'idrosfera di un autoclave pur essendo in gomma è soggetta a rompersi, quando questa si rompe l'acqua viene a contatto con la parte metallica della sfera creando ruggine che a sua volta crea il malfunzionamento dell'intero impianto. La sostituzione della membrana è necessaria e semplice allo stesso tempo, tu stesso puoi sostituirla senza ricorrere all'idraulico seguendo la mia guida.

Difficoltá 1
 
  • 1 Recati presso un rivenditore di materiale idraulico e compra la membrana per l'idrosfera del tuo autoclave, quelle più in uso sono da 25 litri, ma sulla stessa sfera trovi la targhetta che indica la capacità in litri. Inizia il tuo lavoro togliendo per prima cosa la corrente elettrica e chiudendo la leva di ingresso acqua all'autoclave.
  • 2
    Occorrente
    • Una membrana per idrosfera e per i litri della stessa
    • Una chiave inglese da 13 millimetri
    Approfondimento
    Prosegui aprendo un rubinetto in modo da scaricare la pressione e l'acqua che si trova all'interno dell'idrosfera, svita la sfera con le mani forzando verso sinistra, capovolgila e con la chiave inglese da 13 millimetri svita verso sinistra i cinque perni della flangia ed estrai la flangia, sotto trovi il labro della membrana, sollevalo e tira fuori l'intera membrana.
  • 3 Asciuga con uno staccio l'interno della sfera e inserisci la membrana nuova, facendo corrispondere i fori rimetti la flangia e i perni. Blocca i perni stringendoli verso destra. Nella parte superiore della sfera, sotto il tappetto, c'è la valvola a spillo come quella delle ruote della macchina, devi gonfiare ad 1,5 di pressione, se non hai il compressore recati da un gommista. Rimonta l'idrosfera sul raccordo girando verso destra e stringendo con le mani finchè puoi. Ora puoi aprire l'acqua e alimentare la pompa.

Costruzione e manutenzione di un sistema autoclave

gruppo autoclaveL'adozione di questo sistema permette l'accensione e lo spegnimento automatico di una pompa idraulica. Può essere utilizzato in mancanza d'acqua diretta o per aumentare la pressione dell'acqua proveniente da una cisterna di riserva.
In questo modo è possibile realizzare impianti idraulici autonomi, per l’irrigazione o per uso domestico.

autoclave collegamenti idraulici Per i sistemi che non utilizzano elettropompe sommerse è necessario collegare sul tubo di pescaggio una valvola di ritegno. Questo componente (ad elettropompa spenta) impedisce a l'acqua di defluire attraverso la pompa. Nelle pompe sommerse la valvola di ritegno è già montata nel corpo pompa.

Funzionamento.
L’apertura di un qualsiasi rubinetto, provoca una diminuzione della pressione presente nel circuito. Il vaso ad espansione restituisce l’acqua accumulata in precedenza, evitando un brusco abbassamento della pressione. Quando la pressione rilevata dal pressostato si trova al disotto della soglia d’intervento, esso si attiva chiudendo il contatto elettrico, azionando così la pompa dell’acqua.

La successiva chiusura del rubinetto provoca la dilatazione del vaso ad espansione e un concomitante aumento della pressione. Superata la soglia d’intervento del pressostato esso apre il contatto elettrico interrompendo l’alimentazione della pompa.
Attraverso il manometro è possibile verificare le pressioni di soglia d'intervento del pressostato.
Utilizzando uno speciale raccordo a cinque vie è possibile montare l’impianto ordinatamente e in pochissimo tempo. Per una più semplice installazione dovrete valutare le due possibili soluzioni, ossia, se inserire prima il raccordo a cinque vie nell’impianto e poi montare tutti i componenti, oppure inserire nell’impianto tutto il sistema precedentemente assemblato.
Manutenzione e difetti.
Di fondamentale importanza è verificare periodicamente ed eventualmente ripristinare la pressione del vaso ad espansione. L'assenza di questa manutenzione ordinaria comporta, la rottura della membrana del vaso ad espansione e la necessità d'intervenire in seguito per la sostituzione della membrana. Uno dei difetti più ricorrenti (specialmente negli impianti poco utilizzati) è provocato dai detriti trasportati dall’acqua che nel tempo si depositano nel condotto del pressostato e nel rispettivo attacco del raccordo a cinque vie. Questo inconveniente provoca il blocco del pressostato (o un ritardo di commutazione) mantenendo il contatto elettrico aperto oppure chiuso. In questo caso togliere tensione all’impianto elettrico e scaricare la pressione. Svitare il pressostato e con un piccolo giravite pulire il condotto dello stesso ed il rispettivo attacco sul raccordo a cinque vie.

martedì 25 ottobre 2011

U.T.A(unita di trattamento aria)

CLIMATIZZAZIONE DI GRANDI SUPERFICI
Nel caso si debbano climatizzare grandi superfici, si dovranno smaltire grandi quantità di umidità. Si tenga presente che è statisticamente molto più facile che una molecola, nell'attraversarla, tocchi una batteria larga, quale è quella di una Unità di Trattamento dell'Aria (U.T.A.), che una stretta (SPLIT). Appare evidente la diretta relazione fra larghezza della batteria e sua capacità di deumidificare e quindi "controllare" l'aria.

Esempio di canale in lamiera zincata installato in un Centro Commerciale.
Quindi in relazione all'ambiente da cimatizzare si interverrà con:
  1. uno split, che ha una batteria molto sottile, per piccoli ambienti, quali le civili abitazioni;
  2. un ventilconvettore, che ha una batteria leggermente più grande, può andar bene per ambienti più grandi o semplicemente più affollati;
  3. una Unità di Trattamento dell'Aria, che ha una batteria notevolmente più grande, nel caso si debbano "trattare" grandi superfic.

Esempio di canalizzazioni collegate all'Unità ed entranti in ambiente.
Da quanto sopraesposto si evince che in determinati ambienti è essenziale optare per una tipologia impiantistica in cui il trattamento dell'aria e la sua diffusione sia affidato ad un'unica macchina che prende appunto il nome di Unità di Trattamento dell'Aria (U.T.A.).
LE UNITA' DI TRATTAMENTO ARIA (U.T.A.)
L'applicazione di queste apparecchiature è principalmente indicata per sale cinema, teatri , sala conferenze , palestre , piscine , discoteche , ampi padiglioni , aree fieristiche, mense, ristoranti, applicazioni industriali, negozi e centri commerciali, open space.

Esempio di Unità di Trattamento Aria
Vista l'importanza e la grandezza di questi ambienti è infatti sconsigliabile l'utilizzo di un numero elevato di macchine di piccola/media taglia , che oltretutto avrebbero un forte impatto estetico o non sarebbero in grado di controllare adeguatamente l'umidità relativa dell' ambiente . Alle Unità è infatti collegata una rete aeraulica in grado di distribuire in maniera ottimale il flusso d'aria trattata. La rete aeraulica è installabile in controsoffitto e pertanto non visibile all'utente; è possibile anche installare la canalizzazione a vista (canali in lamiera zincata colorata o canali in tessuto) , rendendo l'impianto parte integrante dell'arredo. La diffusione dell'aria avviene mediante bocchette di mandata e griglie di ripresa che , opportunamente dimensionate , creano omogeneità di temperatura in tutte le zone servite.
Da sottolineare che le U.T.A. , trattando l'aria esterna, garantiscono le condizioni di ricambio d'aria previste dalla legislazione vigente (Riferimento Norma UNI 10339) assicurando i requisiti di igienicità e ventilazione ormai necessari in ogni ambiente frequentato dall'uomo.

Sezione di una Unità di Trattamento Aria
Corredate da sistemi di regolazione automatici queste macchine sono in grado di "dialogare " con le altre componenti dell'impianto al fine di garantire sia un risparmio energetico che un adattamento alle variazioni dei carichi gravanti sull'ambiente trattato.
L' U.T.A. è collegata ad un gruppo di produzione di acqua refrigerata mediante un circuito idronico.
Di diverse grandezze (da 1.500 a 50.000 mc/h) , la caratteristica principale di queste macchine è quella di avere diverse sezioni componibili fra loro. Schematizzando :
•  Sezione Ventilante di Ripresa Aria Ambiente
•  Camera di Miscela
•  Recuperatore di calore
•  Sezione di filtrazione
•  Sezione Batterie ( Una due o tre batterie)
•  Sezione di Umidificazione
•  Sezione Ventilante di Mandata Aria 
LE UNITA' DI TRATTAMENTO ARIA ECOFLAM
Piccole unità di trattamento aria a semplice parete - Power

Le unità terminali di condizionamento sono state, fin dall'inizio, considerate un importante e qualificante elemento di completamento della gamma di prodotti Ecoflamclima. Oggi, pur essendosi completata verso l'alto la Gamma, restano un importante elemento da proporre a chi voglia realizzare un impianto classico per impianti di grandi portate, con un rapporto ottimale tra prestazioni e qualità da un lato ed investimento dall'altro.

POWER

Realizzate mediante una semplice ma robusta costruzione in lamiera monoparete, si compongono di una serie di piccole centrali di trattamento d'aria a sezioni accoppiabili in modo da soddisfare le esigenze di piccoli e medi impianti con una pressione statica utile notevole, tale da permettere di canalizzare seriamente l'aria immessa in ambiente.
Contattaci per avere un preventivo!
Le U.T.A. sono suddivise in diverse sezioni, nella quale in ciascuna avviene una trasformazione dell'intero trattamento.La caratteristica principale delle U.T.A. e la compattezza e la suddivisione delle singole sezioni.la U.T.A. e' suddivisa in batteria di pre-riscaldamento e l'umidificatore adiabatico che vengono usati d'inverno, la batteria fredda usata solo in estate, mentre quella di post-riscaldamento usata sia in estate che in inverno.Rispetto ad uno schema tradizione costituito da tre batterie ed un umidificatore, le U.T.A. presentano schemi semplici in base alla tipologia di utilizzo;
  • Solo batteria calda di pre-riscaldamento; termoventilazione usata solo nei periodi invernali.
  • Batteria calda, fredda ed umidificatore adiabatico; per termoventilazione invernale e condizionamento estivo
  • Solo batteria fredda; usata per la termoventilazione estiva;
 
 
schema impianto tradizionale

mercoledì 19 ottobre 2011

Cio che serve per la saldatura ossicitilene

Saldatura ottenuta riscaldando e fondendo i metalli da unire con un metallo d’apporto per mezzo di una fiamma molto calorifica, prodotta dall’accensione di una miscela di ossigeno e acetilene. I due gas, provenienti da due bombole, vengono miscelati all’interno di un apposito cannello che ne permette anche la dosatura. La fiamma viene anche alimentata dall’ossigeno presente nell’aria. La fiamma (“dardo”) raggiunge i 3100 gradi di temperatura e permette di fondere la maggior parte dei metalli e delle leghe di normale impiego.

La saldatura ossiacetilenica si esegue scaldando preventivamente le parti da unire. Avvicinando la bacchetta di metallo d’apporto al punto da saldare e investendo la bacchetta con la fiamma, se ne provoca la fusione insieme alle parti combacianti dei pezzi da unire. Si prosegue con questa operazione fino a formare un cordone ininterrotto di saldatura. Può capitare, durante il lavoro, che la fiamma si spenga con uno scoppio rumoroso. Ciò è dovuto a una improvvisa ostruzione della punta che si può eliminare strofinando la punta stessa su una tavoletta apposita.

Per la sicurezza del lavoro è necessario controllare che i tubi di afflusso del gas siano perfettamente integri e che le bombole ed i relativi riduttori siano funzionanti. Attualmente sono in commercio “posti di saldatura” di dimensioni ridotte, con bombole di ossigeno ed acetilene di piccole dimensioni, adatte ad un impiego non professionale. Si ricorda, infatti, che le normali bombole per saldatura non possono essere detenute senza un regolare permesso delle Autorità di controllo. Durante la saldatura si deve aerare l’ambiente ed attrezzarsi con occhiali da saldatura, guanti, berretto e vestiti adeguati. Procedura di avviamento cannello.

Seguire esattamente la seguente procedura di accensione:
Impugnare il cannello ed aprire il rubinetto dell'acetilene.
Accendere la fiamma con un opportuno dispositivo ottenendo una fiamma fuligginosa Aprire il rubinetto dell'ossigeno e regolare secondo la necessità. Procedura di spegnimento cannello.

Seguire esattamente la seguente procedura:
Chiudere il rubinetto dell'acetilene
Chiudere il rubinetto dell'ossigeno
Chiudere la bombola dell'acetilene
Chiudere la bombola dell'ossigeno I procedimenti di accensione e di spegnimento devono essere eseguiti in queste esatte sequenze per evitare ritorni di gas nelle bombole e possibilii esplosioni.

Tipi di fiamma
Fiamma neutra: quando la combustione dell'acetilene in combinazione con l'ossigeno inizia in prossimità del cannello e termina nella parte iniziale del pennacchio, si ha una fiamma detta Neutra.

Fiamma carburante: se l'ossigeno erogato non è sufficiente per completare la combustione primaria dell'acetilene, la combustione di quest'ultimo sarà parziale e parte del carbonio costituente l'acetilene rimane libero nella fiamma e tende a passare nel bagno fuso: per questo tale fiamma viene detta "fiamma carburante".

Fiamma ossidante: contrariamente al caso precedente, la fiamma Ossidante,  la si ottiene nel caso di eccesso di ossigeno alla punta del cannello. Con questa regolazione la combustione avviene immediatamente in prossimità dell'uscita del cannello con una conseguente riduzione, od eliminazione, della zona riducente. La fiamma, in questo modo, tende a cedere ossigeno al bagno di fusione.

Tecniche
Tecnica da destra  a sinistra avanti: tenere il cannello con la mano destra e la bacchetta con la mano sinistra e procedere da destra verso sinistra con movimento oscillatorio. Questa  tecnica è adatta per la saldatura di lamiere di  piccolo spessore, a lembi retti. Dal momento che la sorgente termica investe una zona più estesa abbiamo il rischio di incollature e ingrossamento del grano.

Tecnica da sinistra a destra all'indietro
: tenere il cannello con la mano destra e la bacchetta con la mano sinistra e procedere da sinistra verso destra con movimento oscillatorio trasversale della punta più limitato rispetto alla precedente tecnica. In questo modo, la sorgente termica è diretta prevalentemente sul bagno e verso la bacchetta con il risultato di ottenere minore diluizione di materiale base e maggiore deposito di materiale d'apporto; inoltre il movimento della fiamma sul bagno non è più oscillatorio come nella tecnica precedente ma rotatorio in modo da creare una specie di vortice in grado di contribuire alla penetrazione del materiale d'apporto. Grazie a questa tecnica si possono saldare lamiere di dimensioni maggiori
                 NORME E ARTICOLI DI LEGGE
e principali norme di legge sulla sicurezza nella saldatura sono contenute negli articoli 250-259 del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955 n. 547. Art. 250. LAVORI DI SALDATURA IN CONDIZIONI DI PERICOLO.-
È vietato effettuare operazioni di saldatura o taglio, al cannello od elettricamente, nelle seguenti condizioni:
a) su recipienti o tubi chiusi;
b) su recipienti o tubi aperti che contengono materiale quali sotto l’azione del calore possono dar luogo a esplosioni o altre reazioni pericolose;
c) su recipienti o tubi anche aperti che abbiano contenuto materie che evaporando o gassificandosi sotto l’azione del calore possono dar luogo a esplosioni o altre reazioni pericolose.
È altresì vietato di eseguire le operazioni di saldatura nell’interno dei locali, recipienti o fosse che non siano efficacemente ventilati.
Quando le condizioni di pericolo previste dal primo comma del presente articolo si possono eliminare con l’apertura del recipiente chiuso, con l’asportazione delle materie pericolose e dei loro residui, con l’uso di gas inerti o con altri mezzi o misure, le operazioni di saldatura e taglio possono essere eseguite anche sui recipienti o tubazioni indicati allo stesso primo comma, purché le misure di sicurezza siano disposte da un esperto ed effettuate sotto la sua diretta sorveglianza.
Art. 251. SALDATURA OSSIACETILENICA, OSSIDRICA E SIMILI.-
Nei luoghi sotterranei è vietato installare o usare generatori e gasometri di acetilene o costruire depositi di recipienti contenenti gas combustibili.
Art. 252. Fra gli impianti di combustione o gli apparecchi a fiamma ed i generatori o gasometri di acetilene deve intercorrere una distanza di almeno 10 metri, riducibili a 5 metri, nei casi in cui i generatori o gasometri siano protetti contro le scintille e l’irradiamento del calore o usati per lavori all’esterno.
Non devono eseguirsi lavorazioni ed operazioni con fiamme libere o con corpi incandescenti a meno di 5 metri di distanza dai generatori o gasometri di acetilene.
Art. 253. Sulle derivazioni di gas acetilene o di altri gas combustibili di alimentazione nel cannello di saldatura deve essere inserita una valvola idraulica o altro dispositivo di sicurezza che risponda ai seguenti requisiti:
a) impedisca il ritorno di fiamma e l’afflusso dell’ossigeno o dell’aria nelle tubazioni del gas combustibile;
b) permetta un sicuro controllo, in ogni momento, del suo stato di efficienza;
c) sia costruito in modo da non costituire pericolo in caso di eventuale scoppio per ritorno di fiamma.
Art. 254. Il trasporto nell’interno delle aziende e dei locali di lavoro degli apparecchi mobili di saldatura al cannello deve essere effettuato mediante mezzi atti ad assicurare la stabilità dei gassogeni e dei recipienti dei gas compressi o disciolti e ad evitare urti pericolosi.
I recipienti dei gas compressi o sciolti, ad uso di impianti fissi di saldatura, devono essere efficacemente ancorati, al fine di evitarne la caduta accidentale.
Art. 255. SALDATURA ELETTRICA ED OPERAZIONI SIMILI.-
Gli apparecchi per saldatura elettrica e per operazioni simili devono essere provvisti di interruttore onnipolare sul circuito primario di derivazione della corrente elettrica.
Art. 256. Quando la saldatura od altra operazione simile non è effettuata con saldatrice azionata da macchina rotante di conversione, è vietato effettuare operazioni di saldatura elettrica con derivazione diretta della corrente dalla normale linea di distribuzione senza l’impiego di un trasformatore avente l’avvolgimento secondario isolato dal primario.
Art. 257. Nelle operazioni di saldatura elettrica e simili nell’interno di recipienti metallici, ferma restando l’osservanza delle disposizioni di cui all’art.250, devono essere predisposti mezzi isolati e usate pinze porta elettrodi completamente protette in modo che il lavoratore sia difeso dai pericoli derivanti da contatti accidentali con parti in tensione.
Le stesse operazioni devono inoltre essere effettuate sotto la sorveglianza continua di un esperto che assista il lavoratore dall’esterno del recipiente.
Art. 259. MEZZI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI E COLLETTIVI.-
I lavoratori addetti alle operazioni di saldatura elettrica e simili devono essere forniti di guanti isolanti, di schermi di protezione per il viso e, quando sia necessario ai fini della sicurezza, di pedane o calzature isolanti.

La zona di operazione ogni qualvolta sia possibile deve essere protetta con schermi di intercettazione di radiazioni dirette o riflesse, quando queste costituiscono pericolo per gli altri lavoratori.

Raccomandazioni


Il banco di saldatura e le apparecchiature di taglio devono essere pulite, soprattutto non devono essere coperte con grasso o lubrificanti.
Per la movimentazione dei pezzi saldati, utilizzare i guanti e/o le pinze.
Durante la martellinatura dei pezzi saldati, utilizzare uno schermo facciale per la protezione dalle scorie che potrebbero colpire l’addetto.
L’operatore deve indossare i seguenti dispositivi di protezione individuale durante le operazioni di saldatura:
  • guanti per saldatura • con protezione dai rischi di natura meccanica con seguenti livelli di resistenza minimi: abrasione 4, taglio 1, lacerazione 4, perforazione 3, come da norma UNI – EN 388:2004 - con protezione dai rischi da calore o fuoco con i seguenti livelli di resistenza minimi: infiammabilità 4, calore per contatto 2, calore convettivo 3, calore radiante 1, piccole proiezioni di metallo fuso 4, come da norma UNI – EN 407:2004;
  • grembiule per saldatura, conforme alla norma UNI – EN 470:2000;
  • maschera per saldatura, conforme ai requisiti del D.M. 02/05/2001 e alle norme UNI – EN 166:2004
  • occhiali a vetro scuro per la saldatura ossiacetilenica;
  • calzature di sicurezza di categoria S2, come indicato dalla norma UNI - EN 345:1998

domenica 16 ottobre 2011

impianto di riscaldamento

Rimane da parlare dell’ultimo degi impianti relativi alla nostra "Costruzione Casa", ed affronteremo in questo capitolo l’impianto di riscaldamento, completo di caldaia, tubazioni, apparecchiature e radiatori.
Abbiamo scelto un impianto del tipo tradizionale, cioè quello a termosifoni, ma in seguito avremo modo di affrontare anche altri tipi di impianti che hanno preso voga in questi ultimi decenni.
L’impianto di riscaldamento, va comunque eseguito da personale specializzato, che lo realizzi a norma e rilasci al termine della sua esecuzione una attestazione di conformità ai sensi della legge 46/90 e successive modifiche ed integrazioni.
Quindi noi spiegheremo per sommi capi i punti essenziali di questo impianto, ma rimane fermo che chi lo vuole realizzare deve rivolgersi a ditta specializzata.
La caldaia che noi abbiamo previsto in cucina (K) è del tipo murale, a gas metano, ma potrebbe benissimo essere anche a gas GPL, per le case in campagna dove non arriva la metanizzazione.
La modifica della caldaia da GPL a Metano e viceversa avviene solo sostituendo degli ugelli interni.
Dunque, la nostra caldaia a gas metano è a camera Stagna, con il tiraggio dei fumi portato direttamente sul tetto e la seconda presa per l’aria a parete verso l’esterno. E’ una caldaia tipo Immergas Eolo Superior, con produzione anche di acqua calda per i sanitari, ma potrebbe essere di tantissime altre marche. Abbiamo scelto questa marca perchè la conosciamo.
Il gas metano, come abbiamo visto in un precedente articolo alimenta la caldaia: ha 5 attacchi ed esattamente per il gas, l‘uscita acqua calda sanitaria, l’entrata acqua fredda sanitaria, la mandata ed il ritorno della tubazione del riscaldamento.
Nei pressi della caldaia deve essere posizionata una presa di corrente a 220 volt del tipo stagno.
Inoltre dalla caldaia parte un filo che va al termostato ambiente , un apparecchio che permette di regolare la temperatura e scegliere le ore di accenzione e spengimento.
Osservate i disegni sottostanti:
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I due tubi di mandata e ritorno devono essere da 3/4" e conducono ad un collettore complanare, meglio conosciuto , per la forma, come "clarinetto".
Come vedete dalla foto e dal disegno sottostante, il clarinetto è costruito in maniera che ci si possono attaccare tutte le tubazioni di andata e ritorno dai singoli termosifoni.
Il clarinetto, di solito, è alloggiato in una nicchia nel muro, fornita di sportello apribile in legno.
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Nel disegno, abbiamo segnato in rosso le mandate, cioè quei tubi che portano l’acqua calda alle valvole dei radiatori ed in blu le tubazioni di ritorno dal radiatore verso la caldaia (sono collegati al detentore del radiatore, che normalmente sta nella sua parte bassa; valvola e detentore possono essere però entambi in basso)
Per la nostra casa abbiamo usato tubi di rame del diametro da 12 mm (andata e ritorno dai radiatori) inguainati contro la dispersione del calore.
Dette tubazioni, le facciamo correre sul solaio e vengono bloccate ogni due o tre metri da una o due cazzuolate di malta bastarda.
Per l’impianto utilizziamo radiatori in acciaio smaltato colore bianco , a  2, 3, 4 colonne , a secondo dell’esigenza termica dei vari locali.
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Il calcolo degli elementi che compongono un radiatore viene fatto da un tecnico specializzato; comunque in un prossimo capitolo, vedremo (solo per nostra conoscenza) come viene affrontato.
Dalle foto sottostanti si vedono degli attacchi in tubo di rame inguainato disposti rispettivamente per valvola alta, detentore in basso, ma come detto sopra, possono essere anche entrambi in basso  e la seconda foto lo mostra.
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martedì 11 ottobre 2011

portata di acqua da un tubo

Ovvero quanti litri di acqua escono in un minuto da un capo di in tubo di un certo diametro se dall’altro capo lo alimentiamo ad una certa pressione, ammettendo che il tubo sia in piano ?
Sembra che la risposta non sia cosi’ facile…
Una formula empirica che mette in relazione il flusso dell’acqua in un tubo con le proprietà fisiche del tubo e la perdita di pressione causata dagli attriti è l’equazione di Hazen-Williams.
Ho fatto allora questa tabella che mostra quanti litri di acqua escono in un secondo/minuto/ora da un tubo di una certa lunghezza e di certo diametro, per una pressione di ingresso che va da 0.2 a 4 bar con passo 0.25 bar.
In realtà l’equazione di Hazen-Williams lavora su dislivelli, quindi ho convertito la pressione d’ingresso in dislivello assumendo che 1 atmosfera = 1,01325 bar e 1 atmosfera = 10.34 metri di acqua.. per cui 1 bar in ingresso equivale circa a un dislivello di 10 metri.
La stessa equazione prevede un coefficiente di Rugosità, le tabelle sono generate con un valore di 140, è comunque possibile specificarlo nella form sotto la tabella.
E’ sicuramente un procedimento empirico ma i valori che escono fuori mi sembrano ragionevoli…

è possibile generare la tabella per qualsiasi lunghezza del tubo compresa tra 1 e 1000 metri usando la form sotto la tabella. Per suggerimenti usate i commenti sotto..

lunghezza del tubo: 10 metri, c = 140

Pressione(Bar) diametro (cm) Portata (litri per secondo) (litri per minuto) (litri per ora)
0.25 1 0.10 6.1 369
1.2 0.17 9.9 596
1.25 0.18 11.1 663
1.30 0.20 12.3 735
1.40 0.25 14.9 893
1.50 0.30 17.9 1071
1.60 0.35 21.2 1269
1.70 0.41 24.8 1489
1.80 0.48 28.8 1730
2 0.63 38.0 2283
2.5 1.14 68.4 4105
3 1.84 110.5 6631
0.5 1 0.15 8.9 536
1.2 0.24 14.4 866
1.25 0.27 16.1 964
1.30 0.30 17.8 1069
1.40 0.36 21.7 1299
1.50 0.43 26.0 1558
1.60 0.51 30.8 1846
1.70 0.60 36.1 2165
1.80 0.70 41.9 2516
2 0.92 55.3 3319
2.5 1.66 99.5 5969
3 2.68 160.7 9642
0.75 1 0.19 11.1 667
1.2 0.30 18.0 1078
1.25 0.33 20.0 1200
1.30 0.37 22.2 1331
1.40 0.45 27.0 1617
1.50 0.54 32.3 1939
1.60 0.64 38.3 2297
1.70 0.75 44.9 2695
1.80 0.87 52.2 3132
2 1.15 68.9 4132
2.5 2.06 123.8 7430
3 3.33 200.0 12002
1 1 0.22 13.0 780
1.2 0.35 21.0 1259
1.25 0.39 23.4 1402
1.30 0.43 25.9 1554
1.40 0.52 31.5 1889
1.50 0.63 37.7 2265
1.60 0.75 44.7 2684
1.70 0.87 52.5 3147
1.80 1.02 61.0 3658
2 1.34 80.4 4826
2.5 2.41 144.6 8679
3 3.89 233.6 14019
1.25 1 0.24 14.7 879
1.2 0.39 23.7 1421
1.25 0.44 26.4 1582
1.30 0.49 29.2 1753
1.40 0.59 35.5 2131
1.50 0.71 42.6 2555
1.60 0.84 50.5 3027
1.70 0.99 59.2 3551
1.80 1.15 68.8 4127
2 1.51 90.7 5444
2.5 2.72 163.2 9790
3 4.39 263.6 15814
1.5 1 0.27 16.2 970
1.2 0.44 26.1 1568
1.25 0.48 29.1 1745
1.30 0.54 32.2 1935
1.40 0.65 39.2 2351
1.50 0.78 47.0 2819
1.60 0.93 55.7 3340
1.70 1.09 65.3 3918
1.80 1.26 75.9 4553
2 1.67 100.1 6007
2.5 3.00 180.1 10803
3 4.85 290.8 17450
1.75 1 0.29 17.6 1055
1.2 0.47 28.4 1704
1.25 0.53 31.6 1897
1.30 0.58 35.0 2103
1.40 0.71 42.6 2555
1.50 0.85 51.1 3064
1.60 1.01 60.5 3630
1.70 1.18 71.0 4258
1.80 1.37 82.5 4949
2 1.81 108.8 6529
2.5 3.26 195.7 11741
3 5.27 316.1 18965
2 1 0.31 18.9 1134
1.2 0.51 30.5 1831
1.25 0.57 34.0 2039
1.30 0.63 37.7 2260
1.40 0.76 45.8 2746
1.50 0.91 54.9 3293
1.60 1.08 65.0 3902
1.70 1.27 76.3 4576
1.80 1.48 88.6 5319
2 1.95 116.9 7017
2.5 3.51 210.3 12619
3 5.66 339.7 20383
2.25 1 0.34 20.1 1208
1.2 0.54 32.5 1951
1.25 0.60 36.2 2172
1.30 0.67 40.1 2408
1.40 0.81 48.8 2927
1.50 0.97 58.5 3509
1.60 1.16 69.3 4158
1.70 1.35 81.3 4877
1.80 1.57 94.5 5668
2 2.08 124.6 7478
2.5 3.74 224.1 13448
3 6.03 362.0 21722
2.5 1 0.36 21.3 1279
1.2 0.57 34.4 2065
1.25 0.64 38.3 2300
1.30 0.71 42.5 2549
1.40 0.86 51.6 3098
1.50 1.03 61.9 3714
1.60 1.22 73.4 4402
1.70 1.43 86.0 5162
1.80 1.67 100.0 6000
2 2.20 131.9 7916
2.5 3.95 237.2 14235
3 6.39 383.2 22993
2.75 1 0.37 22.4 1346
1.2 0.60 36.2 2175
1.25 0.67 40.4 2421
1.30 0.75 44.7 2684
1.40 0.91 54.4 3262
1.50 1.09 65.2 3911
1.60 1.29 77.2 4634
1.70 1.51 90.6 5435
1.80 1.75 105.3 6317
2 2.31 138.9 8334
2.5 4.16 249.8 14987
3 6.72 403.5 24208
3 1 0.39 23.5 1411
1.2 0.63 38.0 2279
1.25 0.70 42.3 2537
1.30 0.78 46.9 2813
1.40 0.95 57.0 3419
1.50 1.14 68.3 4099
1.60 1.35 80.9 4857
1.70 1.58 94.9 5697
1.80 1.84 110.3 6621
2 2.43 145.6 8735
2.5 4.36 261.8 15708
3 7.05 422.9 25372
3.25 1 0.41 24.6 1473
1.2 0.66 39.7 2380
1.25 0.74 44.2 2650
1.30 0.82 49.0 2937
1.40 0.99 59.5 3570
1.50 1.19 71.3 4280
1.60 1.41 84.5 5072
1.70 1.65 99.1 5948
1.80 1.92 115.2 6913
2 2.53 152.0 9120
2.5 4.56 273.4 16402
3 7.36 441.5 26493
3.5 1 0.43 25.6 1533
1.2 0.69 41.3 2477
1.25 0.77 46.0 2758
1.30 0.85 51.0 3057
1.40 1.03 61.9 3715
1.50 1.24 74.2 4455
1.60 1.47 88.0 5279
1.70 1.72 103.2 6191
1.80 2.00 119.9 7195
2 2.64 158.2 9493
2.5 4.74 284.5 17071
3 7.66 459.6 27575
3.75 1 0.44 26.5 1592
1.2 0.71 42.9 2571
1.25 0.80 47.7 2862
1.30 0.88 52.9 3173
1.40 1.07 64.3 3856
1.50 1.28 77.1 4624
1.60 1.52 91.3 5479
1.70 1.79 107.1 6426
1.80 2.07 124.5 7468
2 2.74 164.2 9853
2.5 4.92 295.3 17719
3 7.95 477.0 28621
4 1 0.46 27.5 1648
1.2 0.74 44.4 2662
1.25 0.82 49.4 2964
1.30 0.91 54.8 3286
1.40 1.11 66.6 3993
1.50 1.33 79.8 4788
1.60 1.58 94.6 5673
1.70 1.85 110.9 6654
1.80 2.15 128.9 7733
2 2.83 170.0 10202
2.5 5.10 305.8 18348
3 8.23 493.9 29636

composizione di un pavimento radiante in sezione per fare un po presente di come e composto

collettore di mandata e di ritorno con pompa di ricircolo integrata

schema funzionale impianto a pannelli solari

BENVENUTI !!!!!!

Benvenuti a tutti in questo blog si parlera di tutto e di piu sulla termoidraulica e sull'idraulica vi postero consigli utili su come eseguire molte procedure e in piu si potra commentare il tutto e lasciare le proprie opinioni buon divertimento e buona chiaccherata