giovedì 17 novembre 2011

Impianto idrico di bordo e la sua manutenzione


L’impianto idraulico di una barca può funzionare in due sistemi diversi, e possono esistere entrambi a bordo. Il primo funziona con l’autoclave la quale, manda l’acqua a pressione costante in tutto l’impianto; mentre il secondo, dotato di pompe speciali azionate col piede disposte una per ogni rubinetto, la quale, facendo pressione sul pedale manda l’acqua in pressione solamente al rubinetto a essa collegata.
Questi due sistemi possono benissimo coesistere a bordo delle nostre barche, anzi, potendoli avere entrambi, sarebbe l’ideale, poiché economizzeremo meglio il consumo dell’acqua dei nostri serbatoi, perché esce una modica quantità solamente quando facciamo pressione col piede sulla pompa, evitando così qualsiasi spreco.
L’impianto idraulico è costituito da una serie di accessori che andremo a esaminare uno per uno e sono:
Serbatoio Autoclave Polmone Centralina Filtri di depurazioneBoiler Pompe a pedaleTubatura Rubinetteria
Per descrivere l’impianto idraulico, dobbiamo partire dall’inizio, cioè dal serbatoio.
Ne esistono costruiti di vari tipi di materiali quali, acciaio inox, alluminio, neoprene-pvc, polietilene e infine in vetroresina.
Normalmente i serbatoi dell’acqua sulle barche a vela, sono collocati al centro, suddivisi tra sx e dx e nel punto più basso per la miglior distribuzione dei pesi.
Cominciamo con l’esame di quelli realizzati in vetroresina che ormai non vengono più costruiti, salvo, nelle barche da regata per motivi di peso, sono invece ancora presenti nelle barche di una certa età.
Questi sono realizzati strutturalmente nello scafo e hanno il pregio di poter riempire completamente lo spazio a essi dedicato. L’interno è trattato con speciali vernici per alimenti a evitare l’inquinamento dell’acqua.
Acciaio inox : E’ un materiale igienicamente ideale a contenere alimenti, sono i più sicuri e durano molto a lungo prima di dare problemi di perdite. Oggigiorno poco usati anche questi, ma costruiti per barche in cui si ha bisogno di realizzare una forma particolare adatta allo scafo.
Alluminio: realizzati esclusivamente nelle barche costruite con questo materiale, e sono ricavati nello spazio della deriva, oppure nelle fiancate, sotto i divani della dinette.
Neoprene o Pvc: sono quelli morbidi a forma cilindrica o triangolare che si prestano molto bene per quei gavoni nei quali non si potrebbe infilare nessun altro serbatoio, oppure nel triangolo di prua, non molto indicato per i pesi.
Hanno una capacità che varia da 50 litri fino a 175 e oltre. Bisogna tener presene che laddove si voglia montare questi serbatoi, per evitare di forarli, è necessaria un’accurata pulizia dei gavoni.
Polietilene : Sono i serbatoi più diffusi in assoluto. Ormai i cantieri montano quasi tutti questi in polietilene rigido per diversi motivi: economici, duraturi e praticità di montaggio per il peso contenuto.
I serbatoi in materiale morbido vanno fissati allo scafo con delle apposite cinghie per rimanere il più possibile in posizione; tutti gli altri, vanno fissati in modo solidale allo scafo per evitare che si spostino e possano creare problemi, sia per la stabilità della barca, che danni allo scafo e agli stessi serbatoi, essendo di materiale rigido.
Tutti i serbatoi nella parte alta sono dotati di un tubo di grosso diametro per il riempimento, col bocchettone montato di solito in coperta, e uno più piccolo, indispensabile per lo sfiato dell’aria che ha la funzione anche del troppo pieno, con lo scarico messo nella parte più alta della fiancata, vicino al trincarino. Devono essere inoltre dotati di un’apertura d’ispezione nella parte superiore, adatta a eseguire la pulizia interna quando questa si renda necessaria. Mentre nella parte bassa è posizionato l’innesto del tubo di aspirazione dell’autoclave ed eventualmente un bypass per alimentare il circuito delle pompe a pedale.
Autoclave: è la pompa che ha il compito di dare pressione a tutto l’impianto idrico della nostra barca, e va montato subito dopo il serbatoio. E’ dotato di due innesti, uno di entrata dal quale aspira l’acqua dal serbatoio, e uno di uscita per alimentare l’impianto.
Esistono in commercio due tipi di autoclave: a membrana e a girante. Con una semplice girante sono poco utilizzati, mentre quello a membrana è suddiviso a sua volta in due generi diversi: il primo, composto da due pezzi: il motore e il corpo membrana, collegata a una biella, azionata dal motore attraverso una cinghia; invece l’altro, sempre a membrana ma in un corpo unico.
Gli autoclavi a membrana sono quelli più utilizzati in assoluto perché maggiormente affidabili e una maggiore potenza.
Sono tutti dotati di un pressostato che ha la funzione di chiudere il circuito elettrico alla diminuzione di pressione nell’impianto, cioè quando si apre un rubinetto, e di riaprire quando raggiunge la pressione di esercizio, cioè alla chiusura del rubinetto.
Polmone: è un serbatoio rigido di plastica o d’acciaio, contenente all’interno una camera pneumatica alla quale insufflare una certa pressione d’aria. Va montato tra l’autoclave e la centralina di distribuzione utenze. Non è indispensabile, ma per un miglior funzionamento dell’impianto idrico, è consigliabile montarlo. Serve a evitare che s’innesti la pompa al minimo variare della pressione dell’impianto. Se noi apriamo per qualche secondo il rubinetto, il polmone manda la giusta pressione all’impianto e la pompa rimane a riposo, entrando invece in funzione se il rubinetto rimane più a lungo aperto. Un altro lavoro svolto dal polmone è di dare una pressione costante all’impianto, evitando che la pompa lavori eccessivamente e male, cioè a pressione irregolare.
Centralina: è un apparato dell’impianto idrico che raggruppa tutte le diramazioni, ognuna con la propria valvola di chiusura, in modo tale da poter isolare, in caso di necessità, l’utenza desiderata. La centralina riceve l’acqua dall’autoclave, da cui parte poi per ogni singola utenza.
Sono simili a quelle che vengono montate nelle abitazioni, con la differenza delle valvole, in questo caso, più adatte per ambienti marini.
Filtri di depurazione: Anche questi non sono indispensabili per il buon funzionamento dell’impianto idrico della barca, ma se abbiamo la possibilità di montarli, potremo fare uso dell’acqua dei serbatoi di bordo, per tutti gli usi alimentari di cui abbiamo bisogno sulla nostra barca.
Vediamo ora nel dettaglio di cosa si tratta:
E’ una serie di filtri, da uno a tre, da montare dopo i serbatoi, all’entrata dell’autoclave, prima della distribuzione dell’acqua alle utenze. Ogni filtro ha una specifica funzione e servono a eliminare il cloro, piombo, sedimenti e contaminazioni organiche dannosi, a ripulire l’acqua dalla torbidità, rimuove i cattivi odori e i solidi in sospensione. Sono a cartucce di Sali, a Carboni Attivi e altre sostanze Filtranti e Depuranti.
Boiler: E’ indispensabile per avere acqua calda a bordo. E’ sempre realizzato in metallo, acciaio zincato, oppure in acciaio inox. In ogni caso, sempre rivestiti di materiale coibentante per trattenere il calore, e una cassa esterna di contenimento. La loro forma è solitamente cilindrica o rettangolare. Sono dotati tutti di un termostato per la regolazione della temperatura, una valvola di non ritorno che impedisce all’acqua calda di rientrare nell’impianto di quella fredda, e un sistema di sfiato per la sovrappressione.
Si possono montare due tipi di boiler: il primo è un normalissimo scald’acqua da appartamento alimentato a 220 Volt; il secondo è invece un boiler da barca. Nel primo caso, siamo limitati ad avere l’acqua calda, esclusivamente quando siamo attaccati alla rete elettrica in banchina; mentre il secondo, è costituito da due sistemi alternativi indipendenti per il riscaldamento dell’acqua. All’interno di questo tipo di boiler, vi è una resistenza elettrica alimentata a 220 Volt come nel primo caso, oltre a questo è presente una serpentina di tubo in acciaio inox, alla quale è collegato il circuito di raffreddamento del motore, e dalla quale arriva poi allo scambiatore di calore per essere raffreddata.
In questo modo , ogni qualvolta accendiamo il motore, automaticamente viene riscaldata l’acqua del boiler. Questo sistema è l’ideale perché possiamo ottenere acqua calda a costo zero e in qualunque parte ci troviamo, senza dipendere dall’energia elettrica, oltre che avere un miglior rendimento nel circuito di raffreddamento del motore.
Esiste anche un altro tipo di boiler alimentato a gas, molto diffuso all’estero, ma non in Italia, poiché non è concesso dalla normativa, perciò non approfondiamo.
Pompa a pedale: è una pompa azionata da una leva; viene montata all’interno di uno stipetto, sotto il rubinetto da alimentare, da cui fuoriesce il pedale da pigiare col piede nel momento in cui si ha bisogno di acqua. In commercio ve ne sono di tanti modelli e di diversa portata. Sono in materiale plastico e hanno una durata veramente lunga; come ogni cosa, anche questa va controllata periodicamente per averla sempre efficiente.
Tubature: Fino a un po’ di anni fa, gli impianti delle barche erano realizzati con tubi di gomma flessibile, tipo da giardino. Non si prestava così tanta attenzione; oggi con avvento della tecnologia, si è fatto un grande passo avanti anche nella tecnica degli impianti idraulici.
Qualche anno fa , sono nati i tubi rigidi ma flessibili, con i raccordi a innesto rapido chiamati “John Guest”, con il quale si realizzano impianti in modo professionale, molto più velocemente, con una perfetta tenuta della pressione, supportata da un oring con un sistema particolare brevettato.
I tubi e i raccordi John Guest sono in materiale speciale, si innestano con i raccordi semplicemente spingendo il tubo all’interno dei raccordi senza che vi sia necessità di fare altro. Quando l’impianto va in pressione, l’acqua tenta di spingere il tubo verso l’esterno che s’incastra ancora meglio nel raccordo.
Con questi materiali si possono realizzare impianti di acqua calda, fredda e di riscaldamento, compreso quelli pressurizzati. Possono sopportare temperature molto alte senza modificarne la tenuta. Questi tubi sono commercializzati in rottoli, a metraggio; di colore azzurro per l’acqua fredda, mentre il rosso per quella calda.
Rubinetteria: per le barche esiste una vasta scelta di rubinetteria che va da quella dei bagni degli appartamenti, alla specifica per imbarcazioni, sia in materiale plastico, che in bronzo cromate. Sono tutte adatte a essere installate sulle barche, bisogna scegliere quella più adatta alle esigenze personali, senza pregiudicarne l’estetica.
 
Di seguito lo schema di come realizzare un impianto idrico di una barca.
 
 

Come Sostituire La Membrana All'Idrosfera Dell'Autoclave

L a membrana che si trova all'interno dell'idrosfera di un autoclave pur essendo in gomma è soggetta a rompersi, quando questa si rompe l'acqua viene a contatto con la parte metallica della sfera creando ruggine che a sua volta crea il malfunzionamento dell'intero impianto. La sostituzione della membrana è necessaria e semplice allo stesso tempo, tu stesso puoi sostituirla senza ricorrere all'idraulico seguendo la mia guida.

Difficoltá 1
 
  • 1 Recati presso un rivenditore di materiale idraulico e compra la membrana per l'idrosfera del tuo autoclave, quelle più in uso sono da 25 litri, ma sulla stessa sfera trovi la targhetta che indica la capacità in litri. Inizia il tuo lavoro togliendo per prima cosa la corrente elettrica e chiudendo la leva di ingresso acqua all'autoclave.
  • 2
    Occorrente
    • Una membrana per idrosfera e per i litri della stessa
    • Una chiave inglese da 13 millimetri
    Approfondimento
    Prosegui aprendo un rubinetto in modo da scaricare la pressione e l'acqua che si trova all'interno dell'idrosfera, svita la sfera con le mani forzando verso sinistra, capovolgila e con la chiave inglese da 13 millimetri svita verso sinistra i cinque perni della flangia ed estrai la flangia, sotto trovi il labro della membrana, sollevalo e tira fuori l'intera membrana.
  • 3 Asciuga con uno staccio l'interno della sfera e inserisci la membrana nuova, facendo corrispondere i fori rimetti la flangia e i perni. Blocca i perni stringendoli verso destra. Nella parte superiore della sfera, sotto il tappetto, c'è la valvola a spillo come quella delle ruote della macchina, devi gonfiare ad 1,5 di pressione, se non hai il compressore recati da un gommista. Rimonta l'idrosfera sul raccordo girando verso destra e stringendo con le mani finchè puoi. Ora puoi aprire l'acqua e alimentare la pompa.

Costruzione e manutenzione di un sistema autoclave

gruppo autoclaveL'adozione di questo sistema permette l'accensione e lo spegnimento automatico di una pompa idraulica. Può essere utilizzato in mancanza d'acqua diretta o per aumentare la pressione dell'acqua proveniente da una cisterna di riserva.
In questo modo è possibile realizzare impianti idraulici autonomi, per l’irrigazione o per uso domestico.

autoclave collegamenti idraulici Per i sistemi che non utilizzano elettropompe sommerse è necessario collegare sul tubo di pescaggio una valvola di ritegno. Questo componente (ad elettropompa spenta) impedisce a l'acqua di defluire attraverso la pompa. Nelle pompe sommerse la valvola di ritegno è già montata nel corpo pompa.

Funzionamento.
L’apertura di un qualsiasi rubinetto, provoca una diminuzione della pressione presente nel circuito. Il vaso ad espansione restituisce l’acqua accumulata in precedenza, evitando un brusco abbassamento della pressione. Quando la pressione rilevata dal pressostato si trova al disotto della soglia d’intervento, esso si attiva chiudendo il contatto elettrico, azionando così la pompa dell’acqua.

La successiva chiusura del rubinetto provoca la dilatazione del vaso ad espansione e un concomitante aumento della pressione. Superata la soglia d’intervento del pressostato esso apre il contatto elettrico interrompendo l’alimentazione della pompa.
Attraverso il manometro è possibile verificare le pressioni di soglia d'intervento del pressostato.
Utilizzando uno speciale raccordo a cinque vie è possibile montare l’impianto ordinatamente e in pochissimo tempo. Per una più semplice installazione dovrete valutare le due possibili soluzioni, ossia, se inserire prima il raccordo a cinque vie nell’impianto e poi montare tutti i componenti, oppure inserire nell’impianto tutto il sistema precedentemente assemblato.
Manutenzione e difetti.
Di fondamentale importanza è verificare periodicamente ed eventualmente ripristinare la pressione del vaso ad espansione. L'assenza di questa manutenzione ordinaria comporta, la rottura della membrana del vaso ad espansione e la necessità d'intervenire in seguito per la sostituzione della membrana. Uno dei difetti più ricorrenti (specialmente negli impianti poco utilizzati) è provocato dai detriti trasportati dall’acqua che nel tempo si depositano nel condotto del pressostato e nel rispettivo attacco del raccordo a cinque vie. Questo inconveniente provoca il blocco del pressostato (o un ritardo di commutazione) mantenendo il contatto elettrico aperto oppure chiuso. In questo caso togliere tensione all’impianto elettrico e scaricare la pressione. Svitare il pressostato e con un piccolo giravite pulire il condotto dello stesso ed il rispettivo attacco sul raccordo a cinque vie.