mercoledì 19 ottobre 2011

Cio che serve per la saldatura ossicitilene

Saldatura ottenuta riscaldando e fondendo i metalli da unire con un metallo d’apporto per mezzo di una fiamma molto calorifica, prodotta dall’accensione di una miscela di ossigeno e acetilene. I due gas, provenienti da due bombole, vengono miscelati all’interno di un apposito cannello che ne permette anche la dosatura. La fiamma viene anche alimentata dall’ossigeno presente nell’aria. La fiamma (“dardo”) raggiunge i 3100 gradi di temperatura e permette di fondere la maggior parte dei metalli e delle leghe di normale impiego.

La saldatura ossiacetilenica si esegue scaldando preventivamente le parti da unire. Avvicinando la bacchetta di metallo d’apporto al punto da saldare e investendo la bacchetta con la fiamma, se ne provoca la fusione insieme alle parti combacianti dei pezzi da unire. Si prosegue con questa operazione fino a formare un cordone ininterrotto di saldatura. Può capitare, durante il lavoro, che la fiamma si spenga con uno scoppio rumoroso. Ciò è dovuto a una improvvisa ostruzione della punta che si può eliminare strofinando la punta stessa su una tavoletta apposita.

Per la sicurezza del lavoro è necessario controllare che i tubi di afflusso del gas siano perfettamente integri e che le bombole ed i relativi riduttori siano funzionanti. Attualmente sono in commercio “posti di saldatura” di dimensioni ridotte, con bombole di ossigeno ed acetilene di piccole dimensioni, adatte ad un impiego non professionale. Si ricorda, infatti, che le normali bombole per saldatura non possono essere detenute senza un regolare permesso delle Autorità di controllo. Durante la saldatura si deve aerare l’ambiente ed attrezzarsi con occhiali da saldatura, guanti, berretto e vestiti adeguati. Procedura di avviamento cannello.

Seguire esattamente la seguente procedura di accensione:
Impugnare il cannello ed aprire il rubinetto dell'acetilene.
Accendere la fiamma con un opportuno dispositivo ottenendo una fiamma fuligginosa Aprire il rubinetto dell'ossigeno e regolare secondo la necessità. Procedura di spegnimento cannello.

Seguire esattamente la seguente procedura:
Chiudere il rubinetto dell'acetilene
Chiudere il rubinetto dell'ossigeno
Chiudere la bombola dell'acetilene
Chiudere la bombola dell'ossigeno I procedimenti di accensione e di spegnimento devono essere eseguiti in queste esatte sequenze per evitare ritorni di gas nelle bombole e possibilii esplosioni.

Tipi di fiamma
Fiamma neutra: quando la combustione dell'acetilene in combinazione con l'ossigeno inizia in prossimità del cannello e termina nella parte iniziale del pennacchio, si ha una fiamma detta Neutra.

Fiamma carburante: se l'ossigeno erogato non è sufficiente per completare la combustione primaria dell'acetilene, la combustione di quest'ultimo sarà parziale e parte del carbonio costituente l'acetilene rimane libero nella fiamma e tende a passare nel bagno fuso: per questo tale fiamma viene detta "fiamma carburante".

Fiamma ossidante: contrariamente al caso precedente, la fiamma Ossidante,  la si ottiene nel caso di eccesso di ossigeno alla punta del cannello. Con questa regolazione la combustione avviene immediatamente in prossimità dell'uscita del cannello con una conseguente riduzione, od eliminazione, della zona riducente. La fiamma, in questo modo, tende a cedere ossigeno al bagno di fusione.

Tecniche
Tecnica da destra  a sinistra avanti: tenere il cannello con la mano destra e la bacchetta con la mano sinistra e procedere da destra verso sinistra con movimento oscillatorio. Questa  tecnica è adatta per la saldatura di lamiere di  piccolo spessore, a lembi retti. Dal momento che la sorgente termica investe una zona più estesa abbiamo il rischio di incollature e ingrossamento del grano.

Tecnica da sinistra a destra all'indietro
: tenere il cannello con la mano destra e la bacchetta con la mano sinistra e procedere da sinistra verso destra con movimento oscillatorio trasversale della punta più limitato rispetto alla precedente tecnica. In questo modo, la sorgente termica è diretta prevalentemente sul bagno e verso la bacchetta con il risultato di ottenere minore diluizione di materiale base e maggiore deposito di materiale d'apporto; inoltre il movimento della fiamma sul bagno non è più oscillatorio come nella tecnica precedente ma rotatorio in modo da creare una specie di vortice in grado di contribuire alla penetrazione del materiale d'apporto. Grazie a questa tecnica si possono saldare lamiere di dimensioni maggiori
                 NORME E ARTICOLI DI LEGGE
e principali norme di legge sulla sicurezza nella saldatura sono contenute negli articoli 250-259 del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955 n. 547. Art. 250. LAVORI DI SALDATURA IN CONDIZIONI DI PERICOLO.-
È vietato effettuare operazioni di saldatura o taglio, al cannello od elettricamente, nelle seguenti condizioni:
a) su recipienti o tubi chiusi;
b) su recipienti o tubi aperti che contengono materiale quali sotto l’azione del calore possono dar luogo a esplosioni o altre reazioni pericolose;
c) su recipienti o tubi anche aperti che abbiano contenuto materie che evaporando o gassificandosi sotto l’azione del calore possono dar luogo a esplosioni o altre reazioni pericolose.
È altresì vietato di eseguire le operazioni di saldatura nell’interno dei locali, recipienti o fosse che non siano efficacemente ventilati.
Quando le condizioni di pericolo previste dal primo comma del presente articolo si possono eliminare con l’apertura del recipiente chiuso, con l’asportazione delle materie pericolose e dei loro residui, con l’uso di gas inerti o con altri mezzi o misure, le operazioni di saldatura e taglio possono essere eseguite anche sui recipienti o tubazioni indicati allo stesso primo comma, purché le misure di sicurezza siano disposte da un esperto ed effettuate sotto la sua diretta sorveglianza.
Art. 251. SALDATURA OSSIACETILENICA, OSSIDRICA E SIMILI.-
Nei luoghi sotterranei è vietato installare o usare generatori e gasometri di acetilene o costruire depositi di recipienti contenenti gas combustibili.
Art. 252. Fra gli impianti di combustione o gli apparecchi a fiamma ed i generatori o gasometri di acetilene deve intercorrere una distanza di almeno 10 metri, riducibili a 5 metri, nei casi in cui i generatori o gasometri siano protetti contro le scintille e l’irradiamento del calore o usati per lavori all’esterno.
Non devono eseguirsi lavorazioni ed operazioni con fiamme libere o con corpi incandescenti a meno di 5 metri di distanza dai generatori o gasometri di acetilene.
Art. 253. Sulle derivazioni di gas acetilene o di altri gas combustibili di alimentazione nel cannello di saldatura deve essere inserita una valvola idraulica o altro dispositivo di sicurezza che risponda ai seguenti requisiti:
a) impedisca il ritorno di fiamma e l’afflusso dell’ossigeno o dell’aria nelle tubazioni del gas combustibile;
b) permetta un sicuro controllo, in ogni momento, del suo stato di efficienza;
c) sia costruito in modo da non costituire pericolo in caso di eventuale scoppio per ritorno di fiamma.
Art. 254. Il trasporto nell’interno delle aziende e dei locali di lavoro degli apparecchi mobili di saldatura al cannello deve essere effettuato mediante mezzi atti ad assicurare la stabilità dei gassogeni e dei recipienti dei gas compressi o disciolti e ad evitare urti pericolosi.
I recipienti dei gas compressi o sciolti, ad uso di impianti fissi di saldatura, devono essere efficacemente ancorati, al fine di evitarne la caduta accidentale.
Art. 255. SALDATURA ELETTRICA ED OPERAZIONI SIMILI.-
Gli apparecchi per saldatura elettrica e per operazioni simili devono essere provvisti di interruttore onnipolare sul circuito primario di derivazione della corrente elettrica.
Art. 256. Quando la saldatura od altra operazione simile non è effettuata con saldatrice azionata da macchina rotante di conversione, è vietato effettuare operazioni di saldatura elettrica con derivazione diretta della corrente dalla normale linea di distribuzione senza l’impiego di un trasformatore avente l’avvolgimento secondario isolato dal primario.
Art. 257. Nelle operazioni di saldatura elettrica e simili nell’interno di recipienti metallici, ferma restando l’osservanza delle disposizioni di cui all’art.250, devono essere predisposti mezzi isolati e usate pinze porta elettrodi completamente protette in modo che il lavoratore sia difeso dai pericoli derivanti da contatti accidentali con parti in tensione.
Le stesse operazioni devono inoltre essere effettuate sotto la sorveglianza continua di un esperto che assista il lavoratore dall’esterno del recipiente.
Art. 259. MEZZI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI E COLLETTIVI.-
I lavoratori addetti alle operazioni di saldatura elettrica e simili devono essere forniti di guanti isolanti, di schermi di protezione per il viso e, quando sia necessario ai fini della sicurezza, di pedane o calzature isolanti.

La zona di operazione ogni qualvolta sia possibile deve essere protetta con schermi di intercettazione di radiazioni dirette o riflesse, quando queste costituiscono pericolo per gli altri lavoratori.

Raccomandazioni


Il banco di saldatura e le apparecchiature di taglio devono essere pulite, soprattutto non devono essere coperte con grasso o lubrificanti.
Per la movimentazione dei pezzi saldati, utilizzare i guanti e/o le pinze.
Durante la martellinatura dei pezzi saldati, utilizzare uno schermo facciale per la protezione dalle scorie che potrebbero colpire l’addetto.
L’operatore deve indossare i seguenti dispositivi di protezione individuale durante le operazioni di saldatura:
  • guanti per saldatura • con protezione dai rischi di natura meccanica con seguenti livelli di resistenza minimi: abrasione 4, taglio 1, lacerazione 4, perforazione 3, come da norma UNI – EN 388:2004 - con protezione dai rischi da calore o fuoco con i seguenti livelli di resistenza minimi: infiammabilità 4, calore per contatto 2, calore convettivo 3, calore radiante 1, piccole proiezioni di metallo fuso 4, come da norma UNI – EN 407:2004;
  • grembiule per saldatura, conforme alla norma UNI – EN 470:2000;
  • maschera per saldatura, conforme ai requisiti del D.M. 02/05/2001 e alle norme UNI – EN 166:2004
  • occhiali a vetro scuro per la saldatura ossiacetilenica;
  • calzature di sicurezza di categoria S2, come indicato dalla norma UNI - EN 345:1998

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